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Romanzi per ragazzi, non a fumetti: i nuovi autori Bonelli

Romanzi per ragazzi, non a fumetti: i nuovi autori Bonelli Romanzi per ragazzi, non a fumetti: i nuovi autori Bonelli
Romanzi per ragazzi, non a fumetti: i nuovi autori Bonelli
A completamento dell'intervista ai nuovi autori Bonelli nel dossier di copertina nel dossier di copertina esclusivo di FdC n.274 ora nelle migliori edicole e fumetterie (e qui ordinabile anche via PayPal), vi forniamo un altro gustoso “extra” nel nostro sito web: due domande e risposte in più nell'intervista agli scrittori Pierdomenico Baccalario, Lucia Vaccarino, Davide Morosinotto e Miriam Dubini sui loro romanzi per ragazzi Bonelli non a fumetti: che cosa si aspettano dalle reazioni dei lettori più giovani neofiti e da quelle dei più esperti già appassionati di fumetti!

Che reazione vi augurate dai lettori, in particolare da quelli più affezionati?

Baccalario - Spero che ci siano altri ragazzi che, come me, abbiano voglia di leggere la storia ed esplorare il mondo a caccia di misteri – che possono anche esistere solo nell’immaginazione di chi li cerca, così come il viaggio è fatto del viaggio stesso, più che dall’arrivare. E poi ovviamente, mi piacerebbe che i lettori volessero leggere un altro libro, magari ambientato a Torino, partendo dal mistero delle penne indiane scolpite sulla facciata di palazzo Carignano, ovvero la sede (mai usata davvero) del primo Parlamento italiano, la cui facciata, con il cambiare delle stagioni... ops, sto dicendo troppo!

Vaccarino - Gea nei fumetti è già un’adolescente, quindi mi sono trovata con una quasi 13enne che sta per varcare il confine fra l’infanzia e l’età adulta, con tutti i dubbi, le insicurezze, la tenerezza e gli attimi di totale incoscienza che questo comporta. Ho provato a raccontare questo momento delicato cercando di unire azione e umorismo con tutta la sincerità di cui fossi capace. Quello che mi auguro più di tutto è che i lettori ritrovino la loro Gea come io ho ritrovato la mia, che la riconoscano e si riconoscano in lei. 

Morosinotto - Fumetti e romanzi sono media diversi che funzionano in modo diverso. Il fumetto lavora per immagini, mostra il personaggio dall’esterno. Il romanzo usa le parole per mostrarcelo dall’interno, farci entrare nella sua mente e nel suo cuore. Spero che i lettori della serie sperimentino allora cosa vuol dire essere Zagor, vivere nella sua pelle. E spero che scoprano un personaggio a tratti un po’ diverso da quello del fumetto, molto più giovane... ma già in potenza il futuro Spirito con la Scure.

Dubini - Io temo moltissimo i lettori più affezionati.  Ho paura del loro giudizio. Ho paura di deluderli. Ma, soprattutto, ho paura di incontrarli alle fiere di fumetti. Avevo pensato di mettermi gli occhiali col nasone finto e fingermi Sigmund Baginov. Poi Antonio Serra ha letto il libro e l’ha amato. Mi sono sentita meglio.

E i lettori che il personaggio non lo conoscono, specie giovanissimi, credete che quest’operazione possa essere utile per farli avvicinare al fumetto italiano?

Baccalario - Non penso a questi libri come operazioni. La parola “operazione” riporta a una terminologia militare che so essere apprezzata dagli esperti di marketing... e io non lo sono. Per me è stato un tributo a uno dei personaggi che, più di altri ma insieme agli altrì, ha definito il mio attuale sguardo sul mondo.

Vaccarino - Spero che abbiano voglia di saperne di più di Gea. I temi trattati da Enoch nella sua opera sono attualissimi, e più che mai importanti in un momento sociale come quello in cui viviamo. E io sarei contentissima di poter fare da tramite fra i nuovi lettori e un fumetto con una protagonista femminile così forte, energica, originale e fuori dagli schemi. 

Morosinotto - Non sono così ambizioso. La mia speranza è molto più semplice: che se per caso una ragazza o ragazzo non hanno mai letto un numero di Zagor, magari perché (purtroppo per loro) non frequentano tanto le edicole, possano magari incuriosirsi... E scoprire un personaggio mai banale, dalle mille sfaccettature, che vive in una foresta oscura dove tutto può succedere.

Dubini - Io credo di sì.

Il resto dell’intervista lo trovate su FdC n.274... buona lettura!


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